mercoledì 13 febbraio 2013

CPO: c'era una volta, 15 anni fa...


A volte, tornare indietro con la memoria aiuta a capire vizi e virtù dei tempi presenti (i vizi, soprattutto). Vi proponiamo la lettura di questi brani tratti dalla Relazione CPO del 1998, che analizzava criticità e avanzava proposte concrete. Quindici anni fa. Segnalateci le differenze...

"...La Commissione annette grande importanza a questo pacchetto di interventi perché afferma come prioritario il valore sociale della maternità, che costituisce comunque un momento di particolare delicatezza nell’esperienza lavorativa della donna.

Dall'esame del sistema di gestione della maternità in Banca d'Italia, sono emerse alcune criticità collegate:
  • al sistema di valutazione;
  • alla definizione dell’utilizzo al rientro dall’assenza;
  • all’aggiornamento professionale;
  • alla disciplina penalizzante di alcune causali di assenza collegate alla maternità;
  • ai servizi di assistenza all'infanzia.
Tali criticità a giudizio della commissione incidono negativamente sullo sviluppo di carriera del personale femminile sia in modo diretto sia indirettamente determinando condizioni di demotivazione.

Criticità:
Si è rilevato che, a fronte di assenze per maternità, anche limitate soltanto per i 5 mesi di astensione obbligatoria, l’'effetto alone" provocato dal periodo di assenza porta il valutatore, di norma, a confermare la valutazione dell' anno precedente pur in presenza di prestazioni tali da meritare un incremento della valutazione.
Proposta
la commissione propone che venga introdotta una valutazione straordinaria effettuata immediatamente prima dell'inizio dell’astensione obbligatoria, che tenga conto del livello della prestazione effettuata fino a quel momento. Ad esempio, se l'estensione obbligatoria inizia a febbraio, verrà stilato il rapporto valutativo entro febbraio, con riferimento al periodo settembre-febbraio.

Criticità
Al rientro dalla maternità sono stati riscontrati casi in cui, le donne sono state trasferite ad altra unità o assegnate ad altre mansioni meno gratificanti.
Raccomandazione
la commissione raccomanda che i Titolari delle Unità siano sensibilizzati affinché sia garantito alle donne che rientrano in servizio dopo un periodo di assenza per maternità il mantenimento delle stesse attività, almeno fino a un anno dal rientro in servizio.

Criticità
Durante l'assenza per maternità non sono curati l'informazione e l'aggiornamento professionale della lavoratrice. Ciò rende più complessi il superamento delle difficoltà di reinserimento e, in alcuni casi, la preparazione ad esami interni per gli avanzamenti di carriera.
Raccomandazione
La commissione raccomanda che vengano sensibilizzati i Titolari delle Unità di appartenenza sull'opportunità d inviare alla dipendente i documenti ritenuti rilevanti ai fini dell'attività svolta e di programmare la partecipazione a corsi di aggiornamento al rientro dal periodo di assenza;
siano previsti a favore delle lavoratrici che rientrano da periodi di maternità, specifici “itinerari di reinserimento” di durata non inferiore a 2 settimane, da effettuarsi - di norma - sotto la guida del titolare della struttura di appartenenza.

Criticità
L'attuale normativa a tutela della maternità prevede la possibilità di assentarsi per malattia del figlio senza retribuzione, fino a tre anni di vita del bambino. Ciò determina una eccessiva penalizzazione economica delle lavoratrici e pertanto è limitato il ricorso a tale facoltà.
Proposta
La commissione propone che venga inserito il caso di malattia del figlio e le causali previste per la concessione del congedo straordinario, fermo restando il numero complessivo annuo di giorni previsto dal regolamento del personale.

Criticità
L'astensione facoltativa per maternità incide negativamente negli avanzamenti per anzianità congiunta al merito (ad esempio, nel caso degli avanzamenti degli Assistenti superiori).
Proposta
nei passaggi di carriera per anzianità congiunta merito la commissione propone che venga inserito la fine del calcolo dell'anzianità anche l'eventuale periodo di astensione facoltativa fino al raggiungimento del primo anno di vita del bambino.
La possibilità di usufruire di un servizio di assistenza per i figli vicino o presso il posto di lavoro, è accordata al solo personale femminile addetto alle strutture dell'area romana.

Criticità
Orario di lavoro. Nella cultura aziendale viene ancora ritenuta non solo premiante, ma spesso essenziale una prolungata permanenza nel luogo di lavoro, ben oltre il normale orario. In tale contesto, può risultare pertanto svalutata la prestazione lavorativa del personale femminile, spesso condizionata nella sua articolazione oraria dalle particolari esigenze familiari
Proposta
La commissione ritiene che vada significativamente rinnovato il quadro normativo interno in tema di orario di lavoro e flessibilità della prestazione lavorativa. In particolare, si propone di modificare:
  • le condizioni normative del part-time, sia economiche sia di carriera attraverso

  1. l’ampliamento dell’arco temporale part-time…;
  2. l’ introduzione del part-time verticale su 3 o 4 giorni settimanali;
  3. l'eliminazione della relazione inversa tra il tempo “lavorato” e quello necessario di permanenza in grado per aspirare ad avanzamenti.
  • Il regime di flessibilità di orario attraverso

  1. La possibilità di distribuire l’orario complessivo settimanale su 4 giorni anziché 5…
  2. una maggiore elasticità in entrata e in uscita e dell'intervallo mensa
  3. la possibilità di completare l'orario di lavoro nell'arco del mese anziché della settimana
  4. la possibilità di fruire mensilmente in certa misura riposi compensativi a fronte di prestazioni straordinarie
  5. inserimento di un tetto il plus orario del personale, direttivo superato il quale sia obbligatorio il ricorso a forme di riposo compensativo..."

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