mercoledì 13 febbraio 2013

Montepaschi: il potere e l'esercizio


Siamo davvero felici di aver dato il nostro contributo all’Istituzione Banca d’Italia, sollecitando interventi sulla vicenda Montepaschi, che poi ci sono stati, che propongono con serietà un passo avanti del nostro lavoro e del nostro ruolo nella società.
Però ci permettiamo una piccola riflessione ulteriore, proprio perché lo dice anche il Governatore Visco: “Vogliamo il potere di rimuovere gli amministratori che mettono a rischio la stabilità delle banche”.
Perfetto, ragioniamo un attimo. Il documento diffuso urbi et orbi dalla Banca d'Italia sugli interventi posti in essere sulla situazione Montepaschi recita: “data la difficile situazione emersa a seguito dell’ispezione, il Direttore della Banca d'Italia convoca il 15 novembre 2011 i massimi vertici di Montepaschi, al fine di metterli di fronte alle proprie responsabilità e richiede al Montepaschi una rapida, netta discontinuità nella conduzione aziendale”.
Nel giro di pochi mesi sia il Direttore generale Vigni sia il Presidente Mussari vengono “convinti” a lasciare i loro incarichi.
Allora, forse questi poteri un po’ ce li abbiamo: la famosa moral suasion funziona. Per la precisione: funziona, a volerla usare. Ma evidentemente non si è voluto usare il nostro potere fino in fondo: l’11 luglio 2012, pochi mesi dopo aver lasciato il Montepaschi per la pressione della Banca d’Italia, Mussari viene rieletto presidente della ABI, l'associazione bancaria italiana, con il voto di tutte le banche. Perché non abbiamo fatto sapere al sistema bancario che Mussari “non ci convinceva”? O qualcuno pensa che una persona valutata inidonea a guidare una banca possa invece essere adatta a guidare l’associazione di tutte le banche?
Anche la nostra presenza al massimo livello, al discorso di Mussari di reinsediamento all’ABI, è un segnale contraddittorio. Per essere credibili quando si chiedono maggiori poteri, forse potremmo iniziare a usare meglio quelli che abbiamo. Nessuna legge vieta di alzarsi dalla sedia e lasciare solo il presidente dell’ABI, se si è davvero consapevoli della situazione a cui ha portato il Montepaschi, con gravi rischi per la reputazione nostra e per le finanze del Paese. Per assumere e svolgere bene certe responsabilità, occorre il pre-requisito della trasparenza e della pubblicità. In attesa delle leggi che arriveranno, esercitiamoci (molto) su questo aspetto.

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