Si parla spesso in Italia delle lungaggini della giustizia e della necessità di velocizzare i processi. Grazie alla famigerata riforma Fornero, gli stessi operatori della giustizia evidenziano che la riforma dell'articolo 18 rallenterà ulteriormente tutti gli altri procedimenti, portando di fatto a un ingolfamento del sistema. La riforma prevede infatti una compressione obbligatoria dei tempi dei processi e un aumento delle fasi di giudizio da 3 a 4, ma a costo zero, cioè con lo stesso numero di magistrati presenti oggi nei tribunali e cioè 453 (426 giudici e 27 presidenti di sezione) che dovranno fronteggiare circa 300mila processi in lista d'attesa. E’ stata introdotta anche una corsia preferenziale per le cause di licenziamento, che avranno quindi la precedenza sulle altre, rischiando di farle slittare ulteriormente in avanti nel tempo.
"Creando una corsia veloce per alcuni procedimenti, si rallentano tutti gli altri", sostiene Marco Buzano, presidente della sezione lavoro del tribunale di Torino.
Marisa Nardo, presidente della sezione lavoro del Tribunale di Monza, stima un aumento del 30% delle cause di lavoro in seguito alla riforma stessa.
Ma non sono solo i giudici a essere critici verso quest'aspetto della riforma del lavoro. Bruno Piacci, coordinatore della commissione lavoro del Consiglio Nazionale Forense, sostiene che "la pecca maggiore è l'introduzione di una quarta e inutile fase preliminare. Era sufficiente limitarsi a prevedere una corsia privilegiata per i procedimenti sui licenziamenti ex articolo 18", mentre per Fabio Rusconi, presidente dell'AGI, associazione degli Avvocati Giuslavoristi Italiani, "visto che la reintegrazione del lavoratore è ormai marginale e non c'è più il rischio di gravi danni economici per le parti legati ai tempi lunghi, non si capisce l'urgenza di un rito che accorci ulteriormente i termini di un processo già molto snello e concentrato".
Riassumendo: ”grazie” alla legge Fornero, la reintegrazione del lavoratore è diventata un fenomeno marginale (gli emendamenti erano quindi il solito specchietto per le allodole), e le cause del lavoro, che di norma servono alla parte debole (il lavoratore) contro i soprusi della parte forte (il datore di lavoro) avranno tempi sempre più lunghi.
La Fornero ha fatto bingo. Noi molto meno.
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