Lo scorso 29 aprile, presso la Basilica di San Paolo fuori le mura, è stato beatificato Giuseppe Toniolo, uno fra i più grandi sociologi ed economisti cattolici italiani, vissuto a cavallo tra il XIX e XX secolo. La figura di Toniolo si presenta oggi attualissima per il suo impegno culturale e sociale, ma soprattutto per la capacità di lettura critica della società e dell’economia, eterodossa rispetto alle correnti accademiche del suo (e del nostro) tempo. La sua fu una vita controcorrente, che incarnò un modello di cristianesimo vissuto in famiglia, nel lavoro, nella società: egli non considerò la propria religione come una scelta separata dalla vita, ma la pose invece come fondamento del suo vivere quotidiano, sia come sposo fedele e padre di sette figli, sia nel suo percorso di formazione e di impegno nell’approfondimento dei problemi del suo tempo, sempre letti alla luce del messaggio sociale cristiano.
Quanto all’interpretazione della scienza economica, per lo studioso trevigiano il nesso tra etica ed economia è fondamentale, e deriva dalla sua visione unitaria dell’uomo, tipicamente cristiana, che rifiuta il dualismo metodologico tipico dell’impostazione odierna delle scienze sociali. I due aspetti etico ed economico non possono essere disgiunti, nel senso che la componente economica si spiega alla luce di quella etica (e antropologica): la persona nella sua completezza e complessità è ritenuta il centro del sistema economico (e politico), e non può essere subordinata alle logiche del profitto e della mera prestazione economica. Tutto l’agire umano, e dunque anche quello economico, è essenziale al vivere umano, poiché tutte le azioni dell’uomo si rapportano al bene e al male, e si confrontano quindi con la dignità della persona. Riprendendo i classici dell’economia (in particolare Smith e Ricardo) e criticando gli autori suoi contemporanei, Toniolo respinse l’idea positivista che l’interesse individuale sia l’unico motore delle opere umane, insistendo sulla presenza dei cosiddetti corpi intermedi e sull’influenza dello spirito religioso nella società. Le basi del pensiero dello studioso sono quindi la centralità della persona nel mondo del lavoro, l'insopprimibile fondamento etico dell'economia, la rilevanza antropologica della questione sociale, e l'importanza del Vangelo nella costruzione della società.
Toniolo è da considerarsi quindi un pensatore importante ed attuale, in quanto offre all’economia un indirizzo metodologico più adeguato rispetto all’approccio odierno. Se oggi la scienza triste è una disciplina che si basa sull’individualismo metodologico, e altro non è che una complessa procedura di massimizzazione dell’utilità degli agenti economici vincolata nello spazio e nel tempo, che perde il contatto con la realtà e la concretezza del mondo economico, occorre invece ritornare alle sue origini etimologiche, di governo della casa: la crisi ha manifestato enormemente come ci sia stata un’incapacità totale di governare la casa comune, separando l’aspetto etico da quello economico, vedendo prevalere la voracità e l’apparenzadel breve termine, piuttosto che le costruzioni solide di lungo periodo, la famiglia, la professione, l’economia reale, la società, cioè tutti quei progetti di vita che richiedono responsabilità e dedizione continua.
di Marco Piazza
Nessun commento:
Posta un commento