Presentato per la prima volta nella sede della Borsa Italiana a Milano, il Festival dell’Economia di Trento ha inaugurato la sua prima edizione a giugno 2006 trattando il tema “Ricchezza e Povertà”.
Da allora l’evento, organizzato dalla Provincia Autonoma di Trento, dal Comune di Trento e dall’Università di Trento e progettato da Editori Laterza in collaborazione con il Gruppo 24 Ore, accoglie in palazzi storici, chiostri e sale riccamente decorate, tutti a pochi passi dal centro, una kermesse internazionale per discutere di economia.
Le edizioni successive hanno sviluppato ogni anno argomenti diversi, aprendosi a pluralità di idee e ambiti culturali. Il tema affrontato quest’anno è stato la “Sovranità in conflitto”. Economisti, politici, politologi, sociologi, giornalisti e imprenditori hanno discusso appassionatamente in pubblico, senza mai fermarsi alla semplice teoria ma accompagnandola dalla descrizione di fatti sociali, di ragioni culturali, di esperienze storiche e politiche, che hanno affascinato e coinvolto un pubblico molto ampio e trasversale. Motivati dalla voglia di capire di più e informarsi, molti visitatori, il cosiddetto “popolo dello scoiattolo” (il simpatico animaletto è il simbolo della manifestazione), sono arrivati da lontano per ascoltare relazioni e dibattiti di personalità tutte di elevato spessore culturale. In un clima informale, agli interventi hanno fatto seguito le domande del pubblico che, di volta in volta, ha instaurato un confronto alla pari con i vari relatori. Come ogni anno il Festival dell’Economia non si è fermato alle sole conferenze, ma è continuato anche all’aperto: informazioni, confronti, cinema, laboratori, approfondimenti di ogni genere hanno animato gli angoli del centro storico della città.
Insomma un festival internazionale, pluridisciplinare e multiculturale, dove hanno trovano spazio voci e idee tra loro anche contrapposte e dove si sono potuti ascoltare grandi pensatori e intellettuali provenienti da tutto il mondo. Il risultato, anche secondo le intenzioni dichiarate dagli organizzatori, avrebbe dovuto essere stato un festival plurale che rifiuta il “pensiero unico” e l’”indottrinamento”, costruendosi sul dialogo e il confronto e finalizzato alla diffusione anche tra la gente comune del sapere economico, in modo da favorire sempre di più la corrispondenza tra i bisogni reali dei cittadini e le scelte economiche dei vari policy makers.
Non tutti però hanno la stessa opinione sulle vere intenzioni e sui reali risultati raggiunti da questa manifestazione. Da quest’anno, infatti, altri organizzatori, questa volta non più enti pubblici e gruppi economici editoriali ma per lo più gruppi di cittadini appartenenti trasversalmente a movimenti della società civile, hanno dato vita a Rovereto, una piccola cittadina a meno di trenta chilometri a sud di Trento, all’Alter Festival, con l’obiettivo dichiarato di porsi in netta contrapposizione alle posizioni “politically correct”, comunque sempre propagandate, a loro dire, dal Festival dell’Economia di Trento. Data la quasi totale mancanza di sponsor e la conseguente relativa scarsità di risorse finanziarie disponibili, gli appuntamenti di questo nuovo evento sono stati più ridotti sia come numerosità sia come diversità di contenuti, nonché molto più concentrati come orizzonte temporale, rispetto al proprio più celebre “antagonista”. L’intento della manifestazione, così come dichiarato, è quello di svolgere un ciclo di dibattiti in materia economica, volto a contrapporre al “pensiero unico dominante” la divulgazione di teorie e pensieri di intellettuali ed “economisti eterodossi”, con particolare riguardo ai temi della macroeconomia e della geopolitica. Oltre quindi a promuovere un approccio alle tematiche indirizzato a tutta la cittadinanza, perché basato su un metodo ed un linguaggio semplice -così come fa anche il Festival dell’Economia- l’obiettivo di questo nuovo evento è però quello di ampliarne il dibattito, approfondendo e stimolando l’”analisi critica” nei confronti della realtà economica e politica attuale, nonché delle sue prospettive di sviluppo future. Si è voluto dare spazio e visibilità a pensieri alternativi a quello imperante, proponendo un tema specifico, “Economia e Sovranità”, che ha svolto il ruolo di leitmotiv nei vari interventi; in pratica si sono invitati i vari relatori a confrontarsi sul funzionamento di quei meccanismi economici che generano erosione di sovranità in uno Stato e su come tali meccanismi possono essere limitati o addirittura bloccati.
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Di seguito riportiamo cinque recensioni curate da Marco Piazza e da Michele Rizzolli, che ringraziamo vivamente per la capacità di elaborazione ed espositiva, in cui sono rapidamente raccontate le argomentazioni sviluppate in alcuni importanti appuntamenti dei due Festival e a cui hanno direttamente partecipato i due colleghi. Come abbiamo già sottolineato in passato, il rapporto fra “economia” ed “etica” e “cittadini” e “centri di potere” è uno degli snodi fondamentali per poter comprendere il mondo moderno e quello futuro. Su tali questioni il SIBC intende tornare a vari livelli anche in futuro e invita pertanto tutti coloro che parteciperanno ad eventi di approfondimento e di analisi attinenti al citato rapporto – di qualunque orientamento politico e sociale – a darcene conto in scritti o riflessioni da condividere tra tutti i lavoratori del nostro Istituto.
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