martedì 9 ottobre 2012

Ciclo di fregatura


Stupisce lo stuporedi chi, avendo contrattato con la Banca l’accordo “A”, scopre che viene applicato “B”. Specie sulle questioni degli appalti esterni, questa è una regola in vigore negli ultimi anni senza quasi eccezioni. Basti pensare agli appalti mensa, dove la società aggiudicataria dell’appalto ha potuto comodamente bypassare a proprio vantaggio le previsioni contrattuali, nel silenzio compiacente e pluriennale dell’Amministrazione e di alcune sedicenti “Commissioni mensa”. Basti pensare agli appalti sui servizi di pulizia, che salvo rari casi appaiono tali solo da un punto di vista nominalistico.
Ora, la polizza sanitaria.
Uno dei maggiori vantaggi delle condizioni contrattate fra sindacati e Banca era
il ritorno del ciclo di cura, ossia del diritto di pagare una sola volta la franchigia per prestazioni collegate e connesse a un’unica patologia.
Tale diritto appare gravemente leso in quanto, come segnalato da diversi colleghi (e, con loro, persino da alcune sigle sindacali solitamente silenti) la Previgen applicherebbe la franchigiapiù volte, fatto che il call centermotiva in modi assai pretestuosi: “i cicli di cura coinvolgono prestazioni differenziate” (ossia prestazioni di alta diagnostica e specialistiche: ma l’assicurato e la patologia sono sempre gli stessi!), ovvero “la mancata previsione iniziale dell’intero iter di specialisti necessari ad affrontare la patologia diagnosticata” (urge palla di vetro per i medici di base!).
Va però chiarito un punto fondamentale. La nostra controparte non è la Previgen.
La nostra controparte è l’Amministrazione.
E’ l’Amministrazione che ha contrattato con le Organizzazioni sindacali certe condizioni.
E’ l’Amministrazione che ha poi definito le condizioni contrattuali con la Previgen, in modo da recepire quanto concordato con i sindacati.
E’ l’Amministrazione che sottrae dalle buste paga dei colleghi i soldi dell’opzione Plus, che è stata scelta da molti, principalmente, proprio per contenere i costi delle prestazioni specialistiche plurime per singole patologie.
E’ l’Amministrazione a dover svolgere il necessario ruolo di controllo del rispetto delle condizioni suindicate.
Al contrario, l’Amministrazione - che da un lato si segnala per atteggiamenti che rasentano l’ostilità nei confronti di colleghi in servizio e in quiescenza che hanno avuto difficoltà di varia natura nella adesione alla nuova polizza - dall’altro lato si mostra molto timida e compìta rispetto a Previgen (ossia a Generali, ndr), a fronte di un’applicazione della polizza che, se confermata, risulterebbe in piena violazione degli accordi Banca-Sindacati del luglio 2011.

Pertanto,
il Sindacato Indipendentechiede che l’Amministrazione faccia chiarezza sulla questione, sia con i colleghi che con la società vincitrice dell’appalto, specificando che il “ciclo di cura” per una singola patologia è sottoposto a una e una sola franchigia, e che ogni diversa interpretazione da parte della società Previgen verrebbe impugnata dalla Banca d’Italia come violazione contrattuale.
Tutti i colleghi hanno diritto a un celere e definitivo riscontro.

1 commento:

  1. Leggendo la nota prot. 0555385/12 della Banca "Assistenza sanitaria in favore del personale" non mi è per nulla chiaro come si debba applicare il concetto di ciclo di cura.
    Meglio, intuitivamente mi è chiarissimo, ma per esperienza... ho imparato a non "sopravvalutami"!

    Chiamo la Previgen e chiedo appunto lumi su come si dovrebbe esplicare una "pratica di ciclo di cura".
    Mi risponde il primo operatore, gentilissimo per carità, ma decisamente spiazzato dalla domanda... "ah, si, tutto automatico, non si preoccupi". Chiedo di sapere esattamente cosa ci sarebbe dovuto essere sulla fattura o referto medico, ma ottengo risposte vaghe.
    Ritento.
    Un altro operatore mi risponde dicendomi qualcosa in più "Badi bene, faccia la richiesta di rimborso solo ALLA FINE del ciclo di cura, altrimenti le verranno applicate tante franchigie quanti saranno i moduli che caricherà sul sito...". Provo a fare varie domande da cui estraggo: "il ciclo di cura può avere una durata massima di due anni" "E' meglio che sulla ricevuta ci sia scritto da ripetersi, la visita o controllo, dopo 6 mesi o giù di li" "comunque basta anche che il medico specialista faccia una dichiarazione in cui ci sia scritto che la visita è parte di un ciclo di cura".

    Insomma, l'approssimazione regna sovrana e, ahimè, con questa unica certezza, l'epilogo è quasi scontato.

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