Si commette un illecito “ogni qualvolta l'attività lavorativa svolta dal prestatore subisca una diminuzione quantitativa, tale da determinare anche un sostanziale mutamento qualitativo delle mansioni, oltre ad una dequalificazione professionale, con conseguente depauperamento del bagaglio di esperienza del lavoratore che non rinvenga un equivalente nell'accrescimento di altre conoscenze specialistiche”.
Una recente sentenza del Tribunale del Lavoro di Bari affronta il caso della svolta istruttoria ha consentito di provare inequivocabilmente la dequalificazione professionale subita da un soggetto prima assegnatario di compiti di direttore di filiale di un istituto di credito, successivamente costretto ad una sorta di inattività forzata, determinata da un mutamento quali-quantitativo delle mansioni svolte per motivi organizzativi interni, dovuti ad accorpamento di filiali, con conseguente impoverimento delle attitudini lavorative. Il datore di lavoro ha pertanto violato l’art. 2103 del codice civile.
Per altro verso, la sentenza stabilisce che l’illegittima dequalificazione professionale non è idonea di per sé a configurare il reato di “mobbing”. A tale fine, è necessaria “una pluralità di comportamenti ostili” volontariamente diretti a mortificare e isolare il dipendente nell'ambiente di lavoro.
Nel caso di specie, il giudice ha ritenuto che le condotte della parte datoriale non fossero finalizzate alla mortificazione del ricorrente, in quanto la concomitante circostanza dell'accorpamento delle filiali, con le complicazioni derivanti dal nuovo assetto del personale impiegato, appare plausibile spiegazione del demansionamento subito dal lavoratore ed indice, presumibile, di cattiva organizzazione della parte datoriale.
Va comunque sottolineata l'importanza storica della condanna del datore di lavoro per la dequalificazione professionale del lavoratore.
Segnalaci casi analoghi: scrivi a segreteria@sibc.it
Bellissimo l'articolo
RispondiEliminadovrebbero esser i sindacati ad impedire che tutto ciò accada.
Prima della firma sulla ristrutturazione della rete periferica e della riorganizzazione degli assetti lavorativi vi siete posti il problema di far proposte per nuove attività?
E ora invece di discutere sull'orario di lavoro vi state preoccupando del fatto che il lavoro non c'è?
Scusate la polemica ma ci son professioni che devono esser svolte come una missione
non servono nè lauree nè cervelloni, serve il"cuore"
se non c'è cuore è inutile fare l'infermiere, il maestro di scuola o il SINDACALISTA
Grazie Sofia per il tuo commento appassionato.
RispondiEliminaErrori nella ristrutturazione ce ne sono stati tanti, ne dovremo parlare.
L'importante è fare tesoro degli errori, per l'OGGI e per il DOMANI. La situazione di lassismo della Banca sembra funzionale per nuovi interventi. Per questo il SIBC, insieme ai suoi alleati, ha già più volte sollecitato il Vertice dell'Istituto a mettere in campo iniziative serie.
E sui temi della riforma dell'orario di lavoro, che tu citi, così come quello delle carriere, non può eludersi il tema fondamentale: quale Banca immaginiamo tra 10 o 20 anni? Dobbiamo smettere (tutti quanti) di essere accondiscendenti con questi commissari liquidatori travestiti da Alta Dirigenza dell'Istituto.
Spero che le iscrizioni ai sindacati impegnati in questa azioni suonino la sveglia a chi di dovere.
Grazie ancora, speriamo di leggerti ancora, presto!